E’ stato sospeso dal suo ruolo il consigliere comunale, Giorgio Randazzo, che aveva tentato di vendere file top secret di Messina Denaro.
Su decisione del prefetto di Trapani, il consigliere comunale di Mazara del Vallo Giorgio Randazzo è stato sospeso dalla sua carica. Il 33enne ieri era stato posto ai domiciliari, accusato della tentata vendita di file investigativi riservati, relativi alla fase successiva all’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro.
L’inchiesta
Ad essere stato coinvolto nell’inchiesta anche il fotografo Fabrizio Corona e il maresciallo dei carabinieri Luigi Pirollo. Entrambi avrebbero tentato di vendere oltre settecento file segretissimi sulle indagini che hanno portato all’arresto del boss Matteo Messina Denaro.
E’ stata poi la denuncia alle forze dell’ordine del giornalista Moreno Pinto, che aveva capito che i documenti fossero riservati, che sarebbe stato illegale acquistarli e che si trattava di materiale investigativo ordinario, per cui non avrebbe potuto pubblicare nessuna notizia.
“Fabrizio non ha provato a vendermi niente, ha interloquito con Randazzo come ho fatto io per capire meglio fin dove si spingesse e quali fossero le sue reali volontà, ma poi nel momento giusto si è sfilato. Io con Randazzo, invece, ho continuato a parlare, sempre più raramente, fino a non sentirlo più”, ha raccontato Pinto.
Randazzo sospeso dal ruolo di consigliere
Attraverso le intercettazioni disposte a carico di Fabrizio Corona, è emerso che il consigliere comunale di Mazara del Vallo, Giorgio Randazzo, avrebbe contattato il fotografo offrendogli lo scoop in cambio di soldi.
Fabrizio Corona adesso è indagato per ricettazione, mentre Randazzo è stato sospeso dal proprio ruolo di Consigliere comunale di Mazara del Vallo, dopo che ieri Fratelli d’Italia aveva già sospeso la sua iscrizione. Il militare invece è accusato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d’ufficio.
Randazzo, 33enne, è stato eletto consigliere comunale nelle file della Lega alle elezioni amministrative del 2019, ma nel febbraio 2021 è entrato in dissenso con i vertici del Carroccio sulla gestione del partito in provincia di Trapani e in Sicilia, passando quindi a FdI, del quale è stato finora anche dirigente provinciale.
